A chi è rivolto: studenti dalla prima alla quarta |
Docenti referenti: Paolo Vitale e Elena Curti |
Collaborazioni esterne: Museo di Scienze Naturali di Brescia, Prof. S. Barontini (Università degli Studi di Brescia) |
Com’era il nostro territorio prima che Homo sapiens arrivasse in Europa dall’Africa? Come potrebbe essere se noi lasciassimo la natura indisturbata? Quali fattori influenzano la crescita di alcune specie vegetali rispetto ad altre? Per provare a rispondere a queste domande è in corso dal 2012 un esperimento di rinaturalizzazione spontanea di una porzione del giardino della scuola, inizialmente privato della vegetazione. Per otto anni è stata studiata la trasformazione naturale di tale zona, rilevando con rigore scientifico le piante che nel tempo si sono succedute e facendo analisi statistiche sulla tendenza evolutiva dello sviluppo della vegetazione. Ora si continuerà su un tratto più esteso e vedremo come la natura può meravigliosamente svilupparsi anche in un territorio urbanizzato. Esperimento WormEx II: Come evolve un suolo nel tempo? Nella primavera 2022 sono state posizionate nel giardino sul lato est della scuola due Wormstones (pietre cilindriche) con l’obiettivo di riproporre l’esperimento di Darwin. Misurando sul campo l’affondamento di queste pietre si misura indirettamente l’attività dei lombrichi e si studia la velocità con cui si forma il suolo. Il tuo impegno è: incontri pomeridiani per un totale di otto ore. Cosa si impara: il laboratorio insegna a riconoscere le piante che crescono spontaneamente, a osservare la trasformazione del verde curato dall’uomo in verde selvatico, ad apprezzare la vegetazione naturale, a valutare la biodiversità, ad applicare il metodo scientifico per effettuare i rilievi e ad utilizzare il foglio di calcolo excel per l’acquisizione e l’elaborazione dei dati. Con l’esperimento WormEx II si impara a rilevare dati e a rielaborarli e si comprende come il lavoro incessante degli anellidi sia di vitale importanza per l’evoluzione del suolo. Sia il rilievo sia l’elaborazione sono effettuati in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia. |